Una prima bozza di proposte operative per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, immediatamente implementabili e quasi sempre a saldo zero, è stata presentata ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico.
Lo comunica il Gruppo di Lavoro del Consiglio Nazionale della Green Economy, in occasione del G7 dell’ energia, sottolineando che auspica che su questa bozza si possa aprire un confronto più diretto con il Governo, a cominciare da tre assi prioritari di intervento: la definizione di un quadro strategico adeguato, la semplificazione della burocrazia e la identificazione di una politica degli investimenti che vada verso il progressivo superamento degli incentivi.
Il Gruppo di Lavoro, composto dai rappresentanti del settore imprenditoriale e da esperti riconosciuti del settore, da due anni supporta l’iniziativa del Consiglio Nazionale della Green Economy, elaborando documenti programmatici e proposte operative. Alla base di questo lavoro c’è la convinzione che, tramite lo sviluppo delle fonti rinnovabili, si possa costruire un Paese più competitivo, in grado di valorizzare le risorse interne e ridurre la dipendenza dall’estero, di rispondere alle grandi sfide di questo millennio come il cambiamento climatico, la tutela del territorio e della biodiversità, la promozione di una migliore qualità della vita.
Eppure, negli ultimi tempi si è assistito a un vero e proprio attacco al settore delle rinnovabili, che ha portato a una riduzione di oltre l’80% degli investimenti in appena due anni, con pesanti ripercussioni per l’occupazione e per un comparto produttivo strategico: già oggi le rinnovabili sono il principale attrattore degli investimenti globali nell’energia, sempre meno orientati ai fossili. Recenti provvedimenti – reali o minacciati – invece di guardare al futuro sembrano voler riportare
indietro nel tempo il Paese: è il caso della esclusione dal reddito agrario della energia rinnovabile prodotta dagli agricoltori contenuta nel DLgs 66/2014 (il c.d. Irpef-Spendig Review), della riduzione del credito di imposta gli utenti del teleriscaldamento a biomassa/geotermia (Decreto Destinazione Italia), della ipotesi circolata in questi giorni di taglio agli incentivi esistenti (il c.d. spalma incentivi), solo per citarne alcuni.
“Riteniamo – sottolinea il Coordinatore del Gruppo di lavoro, Andrea Barbabella – che tali interventi siano sbagliati, non solo nel merito, ma anche nel metodo, in quanto agiscono in modo retroattivo e passando attraverso strumenti e canali impropri, al di fuori da una logica di programmazione integrata e strategica. Per questo, facciamo appello al Governo Renzi affinché colga l’opportunità di modernizzazione di questo Paese a cominciare dal settore dell’energia, per il quale è giunta l’ora di varare una politica nuova, rigorosa e trasparente, che indichi chiaramente la strada che si vuole seguire, anche in termini di revisione complessiva dei costi del sistema (ma che siano contabilizzati tutti i costi veri, non solo una parte) e non si faccia imprigionare dalle logiche più conservatrici, che negli ultimi decenni hanno invischiato l’Italia”.