Prendono il via domani gli Stati Generali della Green Economy, la due giorni dedicata alla discussione di una piattaforma di 70 proposte per affrontare la crisi dell’Italia con un nuovo sviluppo in chiave green.
Nel corso di questo “summit” dell’economia verde italiana, aperto dal Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini e concluso dal Ministrio dello Sviluppo economico, Corrado Passera, si svilupperà un confronto con esponenti dei diversi livelli istituzionali, rappresentanti della Commissione Europea, dell’OCSE e dell’UNEP, delle imprese e dei sindacati, del mondo politico e parlamentare, delle associazioni ambientaliste.
Verrà inoltre presentato dal Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi, il Rapporto “Green Economy per uscire dalle due crisi“, realizzato dalla Fondazione stessa, in collaborazione con l’Enea, che fornisce una prima analisi internazionale della green economy e sviluppa approfondimenti sui potenziali di alcuni settori strategici in Italia.
“Dobbiamo scegliere – ha osservato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini – la direzione verso la quale indirizzare l’economia italiana e la green economy si presenta all’appuntamento di Ecomondo come modello decisivo. Nel mercato globale la domanda di tecnologie è sopratutto orientata a ridurre i consumi di risorse, energia, territorio. Anche in Italia gli investimenti in tecnologie e sistemi per la sostenibilità sono strategici per dare alla nostra economia un ruolo competitivo nel più ampio quadro mondiale. Il mercato interno offre scarse opportunità di sviluppo e sperimentazione delle nuove tecnologie “green” e dei sistemi innovativi di gestione efficiente delle risorse. Per questo motivo il Governo, pur nei limiti delle politiche di bilancio, ha aperto “finestre” per avviare questo processo virtuoso e sostenibile“.
“La green economy – ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – è ormai un processo internazionale in corso. In Italia dispone di buoni potenziali di sviluppo: numerose imprese stanno facendo dell’ecoinnovazione una chiave di rilancio e anche di sviluppo sui mercati esteri, buona parte del made in Italy si muove già in una direzione green per caratteristiche di qualità e di bellezza; paghiamo però una bolletta energetica molto salata per i costi crescenti delle fonti energetiche fossili che importiamo, abbiamo quindi un interesse strategico al risparmio energetico e allo sviluppo delle fonti rinnovabili; le materie prime sono sempre più care, la nostra industria manifatturiera ha grande bisogno di materiali ricavati dal riciclo dei rifiuti, sviluppo del riciclo indispensabile anche per risolvere la crisi dei rifiuti in diverse Regioni; le nostre filiere agricole sono già di buona qualità e possono migliorare valorizzando anche la tutela del territorio e le agro energie; nuovi mezzi a bassissime emissioni e misure per una mobilità più sostenibile sono scelte che potrebbero contribuire anche a farci uscire dalla crisi dell’auto”.
Il Programma per lo sviluppo di una green economy comprende 70 proposte relative a 8 settori individuati come strategici per lo sviluppo di un’economia verde: strumenti economici, eco innovazione, efficienza e risparmio energetico, sviluppo delle energie rinnovabili, materiali e riciclo dei rifiuti, servizi degli ecosistemi, filiere agricole di qualità ecologica e mobilità sostenibile.