Si sono conclusi gli Stati Generali della Green Economy 2022, un’occasione per il mondo istituzionale, imprenditoriale e civile per confrontarsi sul tema della transizione ecologica, in questo periodo di alti prezzi dell’energia e di incertezza sul futuro dell’economia. La due giorni verde, organizzata dal Consiglio Nazionale della Green Economy, si è tenuta alla Fiera di Rimini all’interno di Ecomondo-Key Energy.
“Questa edizione degli Stati Generali della Green Economy, che è stata tra le più partecipate degli ultimi anni, – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – ha evidenziato come la green economy italiana, l’economia circolare decarbonizzata siano in grado di affrontare le sfide degli alti costi dell’energia, della volatilità delle materie prime e diventare occasione di rilancio e sviluppo”.
L’undicesima edizione ha registrato un’altissima affluenza di partecipanti, circa 100 relatori nazionali ed internazionali e il saluto di 3 Ministri, Pichetto Fratin, Tajani, Urso.
Grande anche la partecipazione alla discussione online nel corso della due giorni: tanti gli utenti che hanno partecipato al dibattito. Su Twitter oltre 1 migliaio di interazioni in poche ore con l’hashtag #statigreen2022. Domande e commenti che hanno generato una reach (pubblico potenzialmente esposto a contenuti social con hashtag #statigreen2022) di 1,2 milioni di utenti.
Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha detto in collegamento che: “Il nostro cambiamento sul clima, sull’acqua, sulla tutela del suolo, sui beni ambientali, deve essere il nostro brand di sviluppo economico. Non deve essere un meccanismo di regressione o di difesa, non deve essere un passo indietro rispetto a quello che si ha, ma deve essere l’occasione per un passo avanti”.
Antonio Tajani, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha ricordato l’appuntamento della COP27 dove “l’Italia ha riaffermato il suo impegno per la decarbonizzazione e per una transizione energetica giusta, nel segno di uno sforzo internazionale comune”.
Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha annunciato, tra i suoi impegni, “semplificare il processo e l’eccessiva burocrazia che frenano la capacità di fare impresa e gli investimenti, pure in chiave twin transition e difendere il nostro tessuto produttivo, anche in Europa, a fronte del rischio di approvazione di provvedimenti che colpiscono in modo sproporzionato le Imprese italiane”.