Il Consiglio nazionale della green economy, riunito in assemblea plenaria, ha approvato una risoluzione, articolata in 5 proposte, sul Piano nazionale per l’energia e il clima.
1. Aumentare l’impegno di riduzione delle emissioni di gas serra al 2030, dal 37% proposto dal Piano energia e clima al 50%, per allinearlo con la traiettoria dell’Accordo di Parigi, per contenere l’aumento medio delle temperature al di sotto dei 2°C, accogliendo la proposta di rivedere l’impegno votata dal Parlamento europeo ed anche la proposta della Commissione UE di arrivare ad azzerare le emissioni nette al 2050.
2. Definire misure efficaci per raggiungere il target di riduzione del 40% dei consumi tendenziali di energia al 2030, con particolare riferimento a quelle necessarie per avere edifici sia pubblici sia privati a bassissimi consumi di energia, integrando l’ecobonus esistente con ulteriori misure per le ristrutturazioni energetiche profonde, più costose e impegnative
3. Aumentare la quota dei consumi di energia prodotta con fonti rinnovabili al 2030 dal 30% attualmente previsto dal Piano al 35%. Per realizzare tale più consistente obiettivo sarà necessario aumentare tutte le rinnovabili: per gli usi termici dovranno crescere ben oltre i 15 Mtep indicati dal Piano; per le rinnovabili elettriche si può andare ben oltre il 55% previsto dal Piano; per quanto riguarda le rinnovabili nei trasporti va incentivato lo sviluppo dell’elettrificazione, con elettricità rinnovabile, e quello dei biocarburanti avanzati sostenibili come il biometano e il bio-GNL.
4. Inserire nel Piano il contributo importante dell’economia circolare e della bioeconomia che sono invece sottovalutate. L’economia circolare può dare un contributo notevole al processo di decarbonizzazione. Il ruolo dell’agricoltura e della gestione forestale, attività rilevanti della bioeconomia, è strategico anche per le politiche energetiche e climatiche.
5. Istituire un Fondo nazionale per la transizione energetica dotato di adeguate risorse perché una transizione di vasta portata come quella energetica e climatica non può essere finanziata solo con strumenti ordinari. Questo Fondo va alimentato con le risorse provenienti da quello per l’efficienza energetica, dai proventi dell’ETS, dalla riallocazione di almeno una parte dei sussidi ambientalmente dannosi, nonché da una parte delle risorse messe a disposizione con un efficace e fiscalmente neutro sistema nazionale di carbon pricing.