In Italia la green economy ha raggiunto risultati importanti in settori come l’economia circolare e il biologico e, addirittura, il Paese nel 2023 ha diminuito le emissioni di CO2 di oltre il 6%, tanto che se mantenesse questo trend potrebbe raggiungere il calo del 55% nel 2030. Ma accanto a questi primati in alcuni settori permangono criticità: non si arresta il consumo di suolo che interessa il 7,14% del territorio nazionale e si estende anche in aree di fragilità idraulica e sono aumentate nel 2023 le immatricolazioni delle auto, ma sono ancora poche le elettriche.
Questa la fotografia dell’Italia delle green economy contenuta nella Relazione sullo Stato della Green Economy presentata in apertura degli Stati Generali della Green Economy 2024, la due giorni green a Rimini nell’ambito di Ecomondo, promossa dal Consiglio Nazionale della Green Economy in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e il patrocinio della Commissione europea e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
“La Relazione sullo Stato della Green economy del 2024 – ha dichiarato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, che coordina il gruppo di esperti che curano il rapporto annuale- registra un aggravamento della crisi climatica, molto rapido in Italia, confermando che questo aggravamento resta la principale sfida che dobbiamo affrontare. Alcune cose si stanno facendo e alcuni risultati ci sono: le emissioni di gas serra sono diminuite, le rinnovabili elettriche hanno ripreso a crescere e facciamo passi avanti anche nella circolarità della nostra economia. Ma ancora troppo poco, non solo perché la sfida è globale e di vasta portata, ma perché non remiamo insieme, tutti nella stessa direzione. Alcuni rallentano l’impegno in questo cambiamento per altri obiettivi e altre priorità, così il quadro complessivo della transizione ecologica, risulta variegato, con alti e bassi, con poco slancio, con difficoltà, al di sotto dei suoi potenziali”.
Questi i temi strategici della green economy, l’economia di domani
Disastri climatici: la più grave minaccia per il benessere e per l’economia di domani
In Italia si continua a parlare di “mal tempo” e di “eventi atmosferici eccezionali” , non riuscendo ancora ad adeguare il linguaggio alla nuova realtà della crisi climatica che sta colpendo in modo particolarmente grave l’Italia : siamo in presenza dei cambiamenti ,provocati dal riscaldamento globale, più volte descritti dalla scienza in vari rapporti , con 3.400 eventi meteorologici estremi nel 2023 ,alcuni dei quali sono veri e propri disastri climatici ,che sono ormai una minaccia prioritaria per il benessere e l’economia di domani e che trovano i territori e la politica nazionale impreparati , senza adeguate misure di adattamento e senza adeguati finanziamenti per realizzarle.
Emissioni di gas serra: in calo nel 2023, in linea con l’obiettivo del 2030
Le emissioni di gas serra sono diminuite di oltre 26 milioni di tonnellate, oltre il 6%, scendendo per la prima volta sotto la soglia dei 390 milioni di tonnellate. Si tratta della più grande riduzione delle emissioni di gas serra registrata in Italia dal 1990 ad oggi – se escludiamo il 2009, il 2013 e il 2020, tutti anni di importanti crisi economiche. Mantenendo questo trend d l’Italia raggiungerebbe l’obiettivo del -55% al 2030.
Rinnovabili: in ripresa quelle elettriche
Nel 2023 l’elettricità da fonte rinnovabile in Italia ha superato il 44% della produzione totale.La nuova capacità di generazione è salita a circa 3 GW nel 2022 e a quasi 6 GW nel 2023 . Nel primo semestre del 2024 è aumentata di 3.691 MW, +41% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un trend positivo per il fotovoltaico, ancora insufficiente per l’eolico. I dati preliminari per il 2023 vedono miglioramenti per le rinnovabili elettriche, nel 2023 per la prima volta sole e vento hanno generato oltre 50 TWh di energia elettrica, ossia un quinto della produzione nazionale di elettricità. Per raggiungere gli obiettivi europei al 2030 la potenza installata dei nuovi impianti dovrebbe aumentare a 11/12 GW annui.
Il risparmio e efficienza energetica: bene edifici e industria, male i trasporti
Nel 2023 i consumi di energia in Italia sono calati di 4 Mtep: quelli di gas di ben 5,6 Mtep, di carbone di 2,2 Mtep e di prodotti petroliferi di 1 Mtep Gli edifici sono il settore più energivoro nel 2023 con oltre il 40% della domanda nazionale di energia, anche se ha ridotto i propri consumi del 5,5% pari a -2,5 Mtep. I trasporti sono il secondo settore per consumi di energia, con il 35% del totale e sono l’unico settore in cui anche nel 2023 i consumi di energia sono aumentati: del 2,2%, pari a +0,7 Mtep. L’industria, col 21% dei consumi finali nazionali nel 2023, ha fatto registrare un taglio del 6% pari a 1,2 Mtep.
Circolarità dell’economia: buone le performance di circolarità
Buona è la produttività delle risorse: nel 2023 l’Italia, per ogni kg di risorsa consumata, ha generato 3,6 euro di PIL (il 62% in più rispetto alla media UE) , seguono la Spagna e la Francia con 3,1 euro di PIL per kg di risorsa consumata e la Germania con 3 €/kg .L’Italia è leader europea per il tasso di riciclo dei rifiuti (urbani e speciali ) : La percentuale di riciclo è stata del 72%: a fronte di una media UE del 58%. la Germania, seconda in classifica, è indietro rispetto all’Italia di circa 17 punti Di buon livello è anche il tasso di utilizzo circolare dei materiali che, nel 2022, in Italia è stato del 18,7% ,di gran lunga migliore di quello medio europeo dell’11,7%, di poco inferiore a quello della Francia del 19,3% , secondo solamente a quello della Francia ,al 19,3% ,ma superiore di quello della Germania ,al 12,8% , della Polonia all’8,4%) e della la Spagna del 7,1% .
Capitale naturale: deboli le misure di tutela e ripristino, continua il consumo di suolo, 19,4 ettari al giorno
Per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici non si può pensare di reiterare esclusivamente le misure usate in passato, serve un ventaglio più ampio di soluzioni, con una maggiore ricorso a quelle basate sulla natura. Tra il 2021 e il 2022 il consumo netto di suolo in Italia è stato di 70,8 km quadrati, pari a 19,4 ettari al giorno: il valore più elevato dal 2012, a fronte di una diminuzione della popolazione di circa 206 mila unità. La superficie vegetata in percentuale della superficie urbanizzata, dal 2016 al 2022 nelle principali città italiane è pressoché invariata. L’incidenza della superficie verde direttamente fruibile dai cittadini, nel 2021, nei capoluoghi, era in media solo di 8,55 metri quadrati ogni 100 di superficie urbanizzata. Nonostante la crisi climatica porti anche periodi prolungati di siccità e una riduzione della disponibilità media annua di acqua: nel 2023 le perdite della rete sono state pari al 42,2 % a livello nazionale e al 50,5 %. nelle regioni del Sud.
Agricoltura: colpita dalla crisi climatica, cresce biologico e produzioni di qualità
Anche nel 2023 la crisi climatica clima ha inciso sulla produzione e sulle performance economiche della nostra agricoltura. L’agricoltura ha registrato nel 2023 una flessione della produzione del 2,5 %, prolungando una tendenza negativa che va avanti ormai da 4 anni. La produzione di vino ha subito una riduzione in volume del 17,4 %, in particolare delle elevate temperature e della carenza di precipitazioni. Una significativa diminuzione (- 11,2 %) ha caratterizzato anche la produzione di tutte le principali colture di frutta per gli effetti di eventi climatici sfavorevoli. Si è ridotta anche la produzione di olio (- 3,0 % in volume) . Al 31 dicembre 2023 le superfici coltivate col metodo biologico sono aumentate del 4,5 % (dell’86,5 % negli ultimi 10 anni) Le coltivazioni biologiche corrispondono al 19,8 % della SAU. L’Italia si conferma anche leader in Europa per numero di prodotti agricoli di qualità certificata DOP, IGP, STG : nel 2023 sono 838 (326 nel comparto del Food e 527 in quello del Wine), pari al 27,1 % del totale europeo.
Mobilità Sostenibile: Crescono le immatricolazioni delle auto, poche elettriche, con un’industria automobilistica in crisi da anni, l’Italia sta perdendo l’occasione dell’e-car
In Italia nel 2023 abbiamo raggiunto 41 milioni di auto circolanti, con 1,55 milioni di nuove immatricolazioni (+19%, – 18% sul 2019).L’Italia con 694 auto ogni 1.000 abitanti è il Paese europeo con più auto. La Francia ne ha 571, la Germania 585. Per stare nella media UE di 560, dovremmo avere 8 milioni di auto in meno. Ciononostante, l’industria automobilistica in Italia è in declino da anni: è scesa all’8° posto, molto dietro a Germania, Spagna, Repubblica Ceca, Francia, Slovacchia, ma anche al Regno Unito e alla Romania. Nel 2023 sono state prodotte in Italia solo 541.000 auto e nel 2024 è previsto un forte calo. In Italia rimane molto bassa la quota di auto elettriche vendute nel 2023: scesa all’ 8,6% , dall’ 8,8% del 2022 , 66.000 a batteria (BEV) e 69.000, plug-in. In Germania le auto elettriche sono il 25% delle nuove immatricolazioni nel 2023, in Francia il 26%, nel Regno Unito il 24%, in Norvegia il 90%, in Svezia il 60% e in Olanda il 45%. La media dell’UE è del 22%. Oltre alla crisi dell’auto tradizionale in Italia si sta perdendo anche l’occasione dello sviluppo dell’auto elettrica.
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