La produzione agricola, con tecniche di elevata qualità ecologica, può avvantaggiarsi della prossimità alla città con varie forme di filiera corta: dalla vendita diretta a farmers market, dalle forniture alle mense pubbliche, a quelle dirette ai negozi cittadini e alle forme di consumo organizzato come i gruppi di acquisto.
In questo nuovo panorama, gli urban farmer stanno sperimentando una costante crescita: tra il 2012 e il 2013 sono aumentati del 9% passando da 4,5 a 4,9 milioni. Hanno permesso un risparmio del 10% sulla spesa agroalimentare e hanno garantito la tracciabilità dei prodotti.
D’altra parte la popolazione mondiale vive sempre di più nelle città.
Si stima, infatti, che per il 2025 il 50% degli abitanti del pianeta vivranno nelle aree urbane. Per fare fronte a questo nuovo assetto sociale, uno degli strumenti individuati è l’urban food planning (pianificazione del cibo a livello urbano). Molte città lo hanno adottato, a Monaco di Baviera, ad esempio, 180 agricoltori nel raggio di 100 km producono su 4.000 ettari 40 prodotti locali venduti con l’aiuto dei volontari. Anche in Italia è necessario inserire l’alimentazione tra le priorità dell’agenda politica urbana.
Programma della sessione pomeridiana
L’AGROALIMENTARE DI QUALITA’ ECOLOGICA NELLE CINTURE VERDI URBANE: verso EXPO 2015
In collaborazione con Slow Food Italia